Sembrava sempre in attesa di chi la valorizzasse in quel ruolo in cui si sentiva stretta e inappagata essa stessa.
Un ruolo in cui era entrata in ragione dell'educazione e formazione ricevuta, e in cui si era chiusa già nella sua prima vita. Era così abituata al pensiero che fosse il suo da non riuscire più a sognarne uno diverso, finendo per proteggerlo e accudirlo come se fosse l'unico che le era dato di vivere.
Una frustrazione che spegneva la sua vitalità e la sua passione e che allontanava chi le stava vicino, facendola sentire ancora più incompresa e trascurata.
E a cui lei reagiva fortificando ancora di più la sua prigione.
29 ottobre 2016