giovedì 5 dicembre 2024

Da qui alle politiche: cosa ci attendiamo dai partiti

Domenica il paese ha suonato la campanella dell’ultimo giro. Oltre potrebbe esserci l’abisso.

Da qui alle politiche: cosa ci attendiamo dai partiti
Terminate le comunali, è tempo di guardare al percorso che ci separa dalle elezioni politiche e chiarire a noi stessi e ai partiti cosa ci attendiamo per il futuro. Tutte le analisi dei risultati evidenziano quante poche speranze di cambiamento riponiamo nell’attuale classe politica, al punto da considerare qualsiasi persona di buon senso, pur priva di esperienza, più capace di svolgere tale compito con efficacia maggiore di quella osservata finora. 

Del resto la realtà è sotto gli occhi di tutti. Il paese ‘urla’ di eliminare anacronistici privilegi, ridurre drasticamente il numero di parlamentari, sostituire la legge elettorale con una che garantisca la governabilità e restituisca la scelta dei rappresentanti al popolo, condizionare i rimborsi elettorali alle spese effettivamente sostenute, favorire il ricambio delle classi dirigenti. Tuttavia dopo anni l’unico risultato offerto è quello della più assoluta e disarmante inconcludenza. 

Di più: l’attuale rappresentanza politica mostra di voler tenacemente resistere alla volontà popolare, arroccandosi in difesa dell’esistente o cercando di salvarne brandelli. Si pone in antagonismo con il sentire comune, lagnandosi dell’antipolitica e demonizzando i voti che si indirizzano verso nuove speranze, e confermano agli occhi della gente il senso di una voluta e desolante lontananza dalla vita reale. 

Parole come cambiamento, riforme, giustizia, equità, speranza, crescita, sviluppo, in bocche che parlano da troppo tempo senza risultati, perdono ogni credibilità, potenza ed efficacia. Risuonano alle nostre orecchie come suoni assurdi e grotteschi; proferite da chi ha dimostrato l’incapacità di realizzarne il significato, appaiono usate cinicamente solo per il mantenimento di posizioni di rendita e di privilegio, e ci risultano per questo ancora più insopportabili. 

Attraverso le parole un popolo definisce le sue mete, individua i suoi approdi e si avventura per i mari. Onestà, dignità, laboriosità, rispetto, fiducia, condivisione, sono le solide navi con le quali affrontare le tempeste che attraversano il percorso. E’ necessario trovare persone per le quali queste parole abbiano più significato della loro stessa vita e delle loro aspettative individuali, e con le quali ritrovare le energie per poter salpare verso nuovi orizzonti. Quanto tempo sarà ancora necessario per comprendere che in questa situazione le attuali leadership dei partiti hanno perduto qualsiasi titolo per ergersi a guide della nazione? 

L’ unico modo per ripristinare una parziale fiducia è ormai quello di votare riforme che vadano ad apparente danno di loro stessi. Ci attendiamo infatti per la fine della legislatura almeno l’essenziale:
  1. lo svolgimento di tutto l’iter costituzionale previsto per la riduzione del numero dei parlamentari, almeno del 40%;
  2. una riforma elettorale che consenta un’alternanza tra aree moderate progressiste o conservatrici, e nella quale la scelta di tutti i rappresentanti sia nelle mani del legittimo sovrano. Ogni ipotesi di liste elettorali bloccate, anche solo parzialmente, è da considerarsi come un esproprio illegittimo della volontà popolare, oltre che una dimostrazione di debolezza inaudita che mina alle fondamenta il rapporto di fiducia alla base del concetto di rappresentanza. Il principio è uno solo e vale per tutti, soprattutto per chi ambisce a posizioni di responsabilità: per fare il leader di partito bisogna chiedere ai militanti dello stesso; per fare il parlamentare si chiede al popolo
  3. una definizione del ruolo dei partiti, che devono diventare soggetti giuridici con rigide regole a cui sottostare per avere diritto al finanziamento pubblico; quest’ultimo non dovrà più essere a pioggia e sulla base degli aventi diritto al voto come fino ad oggi, bensì condizionato alla effettiva partecipazione alle competizioni elettorali e al raggiungimento di risultati minimi, commisurato al numero reale dei votanti e proporzionato alle spese elettorali certificabili. 

Avendo lasciato ad un governo tecnico il compito che non sono stati in grado di svolgere, gli attuali partiti hanno solo quello di procedere ad una concreta ed efficace riforma di sé stessi. Molti mesi sono già passati inutilmente e domenica
il paese ha suonato la campanella dell’ultimo giro. Oltre, potrebbe esserci l’abisso.

________________________________
Giorgio Alessandrini, 24 maggio 2012

Visualizzazioni: 3081
Inserisci un commento
Commento
Nickname
Voto
Nessuno 1 2 3 4 5
Codice di controllo
Digita il codice di controllo
Digita il codice di controllo


Voto
5
Pagine correlate
  • 2010: il mio appello a Bersani
    Sulla roccia non esiste spazio per barare, o trucchi per sembrare quello che non sei
    I democratici hanno la splendida opportunità di chiamare a raccolta gli italiani per ricostruire la nazione proponendo un progetto nuovo, attraverso scelte nette e non equivoche, in cui le parole lavoro, responsabilità, sicurezza, riforme ...
    Pubblicata il:29/01/2012
    Voto
    5
    Commenti
    0
  • Confidare in Bersani?
    Non si può dare solo la colpa a Berlusconi
    Se gli attuali notabili non saranno disposti a lavorare per il partito e per il paese anche da posizioni non di prima fila, allora vorrà dire che perseguono solo i propri interessi, e quindi non c'è più bisogno di loro.
    Pubblicata il:09/10/2012
    Commenti
    0
  • Costi della politica e credibilità
    Un paese che deve ridare dignità e speranza a sé stesso e alle nuove generazioni
    ... le uniche persone alle quali daremo ascolto, quando ci chiederanno uno sforzo per risanare e riformare l’Italia, saranno quelle disposte a rinunciare a qualsiasi vantaggio derivante dal loro stato, già acquisito o da acquisire.
    Pubblicata il:13/07/2012
    Voto
    5
    Commenti
    0
  • Er Batman
    Per certa gente ci vorrebbe la mensa della Caritas
    "Er Batman" è disposto a restituire solo 400.000 euro. Io dico che le proprietà di questa gente devono passare direttamente allo Stato...
    Pubblicata il:22/09/2012
    Commenti
    0
  • Garanzie e garantismo
    Secondo me, la prima garazia che dovrebbe fornire una legge garantista...
    Pubblicata il:20/05/2013
    Commenti
    0
  • Globalizzazione e concentrazione delle ricchezze: due facce della stessa medaglia
    Il nuovo rapporto Oxfam sulle disuguaglianze nel mondo
    Otto persone posseggono da sole la stessa quantità di ricchezza della metà più povera dell’intera umanità...
    Pubblicata il:20/01/2017
    Voto
    4
    Commenti
    0
  • Il crepaccio invisibile
    l'ipotesi di riforma della legge elettorale rischia di rivelarsi un secondo caso di suicidio della democrazia
    Si autodefiniscono politici di "alto livello"..
    Pubblicata il:28/08/2012
    Commenti
    0
  • Il filo spezzato
    lo scollamento tra i parlamentari e la gente si fa sempre più ampio e preoccupante.
    E’ evidente che le attuali leadership, di tutti i partiti, non cambieranno né il loro modo di pensare, né il sistema che li garantisce.
    Pubblicata il:19/06/2013
    Voto
    5
    Commenti
    0
  • Liste bloccate
    Non è tempo di garantire un seggio ai notabili di partito
    Temo che ci sia un'altra cosa più perdente di garantire ancora una poltrona a rosi bindi, ed è quella di giustificarsene con l'argomentazione che negli altri partiti si fa ben di peggio.
    Pubblicata il:19/12/2012
    Commenti
    0
  • Non ci sono alternative al Partito Democratico
    Il progetto di unificare tutte le forze democratiche e progressiste è sempre valido.
    In questi ultimi due mesi, se ancora ne avevamo dubbi, abbiamo definitivamente compreso che questo progetto è troppo ambizioso e coraggioso per leader sfibrati da decenni di politiche inconcludenti...
    Pubblicata il:21/04/2013
    Commenti
    0
  • Nuove sfide
    Donne e uomini così, che non si lasciano sedurre da false vanità e rifiutano le scorciatoie
    Se l’Italia non è ancora crollata, è solo perché esiste un Paese che conosce il rigore, il dovere e la dignità. Italiani che non si impegnano per arraffare, ma per guadagnarsi giorno dopo giorno una nuova stima di sé stessi...
    Pubblicata il:31/01/2012
    Voto
    5
    Commenti
    0
  • Partito Democratico: un pensiero nuovo per questo Paese
    Un popolo che perde la speranza si nutre di rabbia, credendola ragione.
    Il ceto medio, che si è espanso nella seconda metà del secolo dando linfa alla democrazia del confronto, nel mondo globalizzato si va impoverendo. Le sue opportunità, le sue speranze e le sue conquiste sociali si vanno sempre più assottigliando..
    Pubblicata il:08/10/2016
    Voto
    5
    Commenti
    0
  • Renzi, il rinnovamento e la sfida delle primarie PD
    Intervento di Renzi alla festa provinciale del PD di Piacenza
    La situazione economica, le politiche di rigore, la stessa nomenclatura del suo partito gli hanno offerto un argomento su un piatto d’argento, e lui ce lo serve con la certezza di avere in mano il piatto più prelibato...
    Pubblicata il:13/09/2012
    Voto
    5
    Commenti
    0
  • Riflessioni sui congressi del Partito Democratico
    Agli Italiani non servono facili promesse, serve un difficile futuro da inseguire
    Resistere oggi significa conservare, mostrarsi incapaci di idee nuove. Idee che profumino di verità. Che sappiano emozionare. Che sappiano volare come aquile verso le cime più ardite, e non volteggiare come mosche sopra la melma e i rifiuti.
    Pubblicata il:07/08/2013
    Commenti
    0
  • Saper capire il tempo in cui si vive
    Veltroni almeno ha fiutato l'aria che tira nel paese.
    Veltroni dice che non si ricandida. Molti diranno che era ora. Sarei d'accordo, ma ...
    Pubblicata il:14/10/2012
    Commenti
    0

Giorgio Alessandrini

Analista dati delle politiche per il lavoro per la Regione Emilia-Romagna. Ex funzionario amministrativo di INA-Assitalia, poi Generali. Appassionato delle vette e del mare; di emozioni; della vita. E di politica come strumento di risoluzione dei problemi reali.

© Giorgio Alessandrini 2017
powered by Infonet Srl Piacenza
Privacy Policy
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.
Maggiori informazioniOK
- A +