Stanotte ti ho sognato. Eravamo in intimità . I sogni sono così, non controllabili, e non sarebbe una gran notizia. La diventa e te ne parlo per la dolcezza che c’era dentro, per i tantissimi momenti vissuti insieme che hanno costruito la naturalezza di questo sogno.
C’era il ricordo del nostro primo incontro, fatto di conversazione discreta e pudore. Delle nostre anime erranti e devastate da amori finiti o deludenti, e il contrasto con l’incanto che provavo per la tua fiorente bellezza, un incanto che sembrava riportarmi in superficie mentre annaspavo nei gorghi del dolore.
C’erano le mille risate che ti ho sentito fare anche per cose che a me non facevano ridere, che ti rendevano gioiosamente bella nel tuo combattere con la vita, e rasserenavano il mio animo.
C’era il ricordo di quell’inespresso desiderio di te, così assetato di assoluto e liberazione, che ha accompagnato e combattuto la mia educata amicizia.
C’era tutto questo, nel sogno. E animava una serenità del conversare a distanza di anni, ora che gli occhi e i corpi non sono più gli stessi e ci si può accarezzare e abbracciare solo per affetto e bene.
Ma il sogno ha voluto anche altro: che si rincontrassero i cuori in una dolce intimità .
Allora lentamente siano rimasti nudi, siamo stati anime. Ho sentito e guardato il tuo respiro, cercandolo a lungo. E poi ti ho accolto a riposare dentro il mio cuore, in una serenità piena di pace.
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Giorgio Alessandrini, 10 aprile 2024