Linguaggi
La distanza che la tavola imbandita frapponeva tra loro rifletteva l'oggettiva differenza di età. Ma la fiandra immacolata, i servizi pregiati, il cristallo luminoso dei calici e i candelabri accesi diventavano il terreno su cui giocare le proprie arti per ridurla.
Lei era radiosa. Non erano solo i suoi trent'anni, la freschezza dei suoi occhi e del suo sorriso, o l'avvenenza del corpo sottile e sinuoso. Era soprattutto la garbata compostezza dei modi. I gesti lenti, sicuri e mai fuori posto. Movimenti e modi che avrebbero colpito se osservati in una donna matura, e sorprendevano in una giovane ragazza. Una voce suadente e mai sgraziata, che esprimeva la gioia e la curiosità per la vita e per tutti gli splendidi momenti che regala.
Lui era attento. La curiosità lo avvolgeva. La seducente grazia di lei vinceva il disincanto dell'età. Era come se lei stesse suonando una incantevole melodia, che non gli era difficile accompagnare con piccoli gesti e attenzioni che lei apprezzava con una luce nello sguardo.
Pur nella ricca vivacità delle loro parole, capivano entrambi che la conversazione stava passando da linguaggi che riducevano rapidamente la larghezza della tavola che li separava, rendendo inebriante ogni gesto, ogni tono di voce, ogni sguardo, ogni sorriso. Come se fossero carezze. Come se fosse l'amore.
30 ottobre 2017
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