Dopo mesi di clausura e di animo cupo per la pandemia, aveva accolto l’invito al mare come una liberazione. Il desiderio di evadere da quella cappa di tristezza , che aveva invaso la città come una nebbia nel cuore, era così forte che visse il viaggio come una strada verso la serenità . Finalmente un po’ di mare, di sole e gente allegra.
Le mise a disposizione la stanza con la vetrata. Subito guardò fuori, per riempirsene gli occhi e il cuore: il giardino, la vista sul mare... Lo aiutò mettere le lenzuola pulite, poi si cambiarono e scesero per una passeggiata sul lungomare e un giro per negozi.
Era gentile e attento, affinché lei si sentisse gioiosa di aver accettato. Si fermarono davanti a una vetrina con un abito che le piaceva, e lui la invitò a provarlo. Era un vestito chiaro, tipicamente estivo; fasciante ma non volgare, e le stava d’incanto. La guardava giocare con le prove allo specchio con un sorriso sgombro dai giorni cupi, e fu lieto di averla invitata. Chiese alla commessa di portare scarpe infradito basse in tema col vestito. Scelte quelle adatte, fece i complimenti alla commessa e confermò che stava benissimo. Era già un po’ abbronzata per la piscina, e il vestito risaltava sulla carnagione. La trovava splendidamente seducente: sorridente e luminosa, e in perfetta forma. Cercò di essere un gentleman e di non far notare il suo pensiero, ma la troppa perfezione lo tradì. Lei se ne accorse. Non disse nulla e ne sorrise lusingata. Rimase un po’ indecisa sul doppio acquisto, ma lui fugò ogni dubbio pensando a tutto.
Cenarono tardi in un locale sul mare, raccontandosi il tempo lontani e i progetti per il futuro.
Al rientro le lasciò la precedenza per sistemarsi, le diede la buonanotte e passò in camera sua a leggere un po’ di lavoro prima di addormentarsi.
Lei socchiuse la porta della stanza, infilò la camicia da notte e si sedette nel letto a guardare dalla vetrata aperta. Il paesino con le facciate in stile. Il campanile illuminato. Il riflesso della luna sul mare. Insieme al senso di liberazione da giorni bui, si affollavano i ricordi legati a quella vista e a quella stanza. Un sottile pensiero la sfiorò, poi subito si disse che i ricordi restano magici se non si cerca di ripeterli, perché spesso la ripetizione non è mai uguale alla prima volta.
Si infilò sotto il lenzuolo e cercò di non pensarci...