Mentre si preparava, ripensava a come fosse giunta ad accettare il suo invito.
Non era un timore, bensì la dolce rievocazione di un percorso. Non si erano mai incontrati, ma ormai le sembrava di conoscerlo. La fitta conversazione che da mesi intercorreva attraverso i social era nata dalla curiosità per una sensibilità e un’attenzione alla vita non comuni. Gli argomenti di cui lui trattava, e i modi in cui ne scriveva, le avevano fatto considerare accettabile l’inizio di una corrispondenza privata. Ora che stava vestendosi prima che passasse a prenderla, comprendeva con vivida chiarezza quanto ogni suo messaggio fosse stato un irresistibile invito a disvelare qualcosa di sé, con lenta ed elegante gradualità.
Le parole di quegli scambi fitti ed intensi, che spesso si inoltravano fino a tarda sera, riecheggiavano nella sua anima. La
trasportavano con grazia in volo verso le vette più candide ed
immacolate, per poi ridiscenderne vertiginosamente sfiorando le ripide
pareti e dispiegando infine le ali per planare a valle dolcemente.
C’era, in quell’ attesa, la trepidazione per un incontro che trasformava un’amicizia virtuale in realtà, ed insieme la paura di una delusione che avrebbe fatto svanire tutta la magia.
Le aprì la portiera dell’auto vestito in blu scuro. Un fazzoletto nel taschino in tinta con la camicia. Era senza cravatta, e lei la trovò un’ottima scelta; meno formale, e sempre meglio della cravatta allentata che fa “finto trasandato”.
La sua voce era calda, e lui la usò con ironia per oltrepassare con eleganza quell’istante di imbarazzo che rivelava il contrasto tra l’intimità e la profondità delle loro conversazioni e la assoluta mancanza di abitudine alla presenza fisica.
Il ristorante era a piccole salette e lumi di candele. Lo aveva scelto per farla sentire al centro della sua attenzione. Per poter ascoltare la melodia della sua voce. Per riempirle il calice e alimentare la conversazione in modo ironico e brillante. Cercava i suoi occhi. E quando questi si illuminavano e sul suo volto sbocciava uno splendido sorriso, si sentiva come perduto nella gioia.
Sentiva, allora, quel che succede ai cuori che temono di spezzarsi ancora e sopravvivono riarsi, ma rifioriscono rigogliosamente quando ritrovano la loro sorgente. E l’armonia del mare che, ingrossato dai venti, ruggisce e si avventa contro la costa, ma all’alba quietamente lambisce la spiaggia con una dolce risacca.
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Giorgio Alessandrini, 11 aprile 2023