Il dolore del distacco aveva scisso la sua vita in due. Una proseguiva nel mondo, forte e combattiva. Reagendo con sorrisi più luminosi allo smarrimento, e confortando i più fragili affinché fossero rassicurati e protetti da un amore ancora più grande, per compensare quello che sarebbe mancato loro e a sé stessa.
L’altra rifuggiva la folla e la simulazione di una solida reazione, e si rintanava nel buio dell’anima, in un silenzio stracolmo di voci e profumi del passato. Un turbine che la disorientava, la travolgeva e abbandonava inerme ed esausta.
Una ferita che sanguinava senza mai fermarsi, con cui il tempo le avrebbe insegnato a convivere, ma che sapeva sarebbe rimasta.
Viveva le due vite insieme. Quella interiore la chiamava, impetuosa e urlante. Le mostrava la sua ombra più recondita, la invitava verso luoghi oscuri e inesplorati di sé, in cui si inoltrava sapendo di non poter fuggire, protetta solo dal ricordo di un amore perduto.
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Giorgio Alessandrini, 12 maggio 2021