Le loro vite avevano ripreso ritmi diversi, più adatti alla tranquilla velocità del quotidiano.
Restava impresso lo sconvolgimento dell'istante in cui le loro anime si erano passate accanto. L'impetuoso innalzarsi delle maree del cuore. Le parole che come onde gigantesche pervadevano le menti, penetrandole e abbeverandole fino agli antri più remoti e inaccessibili. L'incandescente magma dei sensi che eruttava copiosamente, sommergendo ogni parvenza di prudenza e normalità .
Compresero che l'eccezionalità travolgente delle emozioni a cui si abbandonavano era tanto più intensa quanto più le loro orbite si avvicinavano, per poi raffreddarsi quando tornavano ad allontanarsi. Così scelsero di proteggersi da quello stravolgimento di sé stessi, tornando a desiderare affetti e presenze più costanti e reali.
Non si erano allontanati. Si sentivano. A volte si vedevano, perché come stavano lo potevano capire solo dagli occhi. Ma si ritrovavano occasionalmente nel mezzo della notte, in conversazioni telefoniche che li riavvicinavano oltre le distanze di sicurezza.
Allora si sentivano protetti dal cellulare e dall'ora. Protetti da sé stessi, perché leggere e ascoltare parole e toni di voce che entravano nel sangue li facevano sentire attratti e incapaci di sfuggire a quell'orbita, se solo fosse passata troppo vicina.
13 settembre 2017