Un marito scelto presto, da ragazza. Anni intensi di condivisione ora si consumavano nei silenzi e nella distanza delle anime, come la fiammella di una candela alla fine.
Ogni cosa sembrava allontanarli. L’intensità delle professioni, rientrare stanchi, i figli piccoli, la casa grande da gestire. Si guardava intorno e vedeva doveri, impegni, bollette, scadenze, esigenze. E tutto ricominciava e si ripeteva, senza fine. Si sentiva sfiorire e prosciugare come una pianta neanche più guardata, né accudita.
La routine della famiglia nascondeva un vuoto interiore in cui vacillavano le fondamenta di sé. A volte c’erano ospiti a cena. Colleghi del marito. Diventava una perfetta padrona di casa. Curava la preparazione nei minimi particolari, dalla tavola imbandita alla scelta delle pietanze. La conversazione amichevole e brillante creava una temporanea spensieratezza che sembrava riportare ad una parvenza di normalità, ma i complimenti che riceveva, pur graditi, non riuscivano a placare la sua sete interiore e, anzi, ne evidenziavano l’arsura.
Quando tornava il silenzio e restava tutto da sistemare, si sentiva ancora più sola. Come compagna. Come madre. Come donna.
“Hai sciolto e pettinato i capelli per sembrargli seducente?” - le chiese il marito quasi distrattamente, aiutandola a mettere i piatti nella lavastoviglie. Sentì il viso avvampare, e cercò una risposta che potesse convincere lui, ma anche sé stessa. “Hai portato un collega sconosciuto all’improvviso. L’ho ricevuto come quando siamo soli, ma mi sembrava sgarbato che se ne andasse senza che fossi un po’ presentabile”.
Invece era inebriata da quella speciale serata d’estate. L'ospite aveva portato una fragranza di fresca e accogliente semplicità. L’aveva trattata con confidenziale rispetto, interessandosi cortesemente alla sua vita, al suo lavoro, alle sue passioni, ai suoi figli che lei aveva fatto mangiare e andare a letto, per poter cenare in tranquillità.
Risuonava in lei l'eco di una conversazione inattesa. Constatò la confidenza tra loro e la stima reciproca che traspariva. Rimase rapita dalla profondità degli argomenti toccati. La semplicità e la verità di parole di dolore e d’amore, la dignità e compostezza di una sofferenza profonda da cui sgorgava una fonte di inesauribile dolcezza.
Non si accorsero neanche di aver fatto le due di notte a parlare di tutto. Quando l’ospite si alzò per il commiato, lei si assentò un momento, e si ripresentò con bellissimi capelli biondi lunghi e sciolti, perfettamente pettinati.
Assaporava ancora la trepidazione del cuore, per essere stata guardata in quell’istante. Con discrezione e impeccabile sobrietà, ma guardata come non si sentiva da tempo. Un risveglio improvviso e potente della sua femminilità, che le aveva fatto aumentare i battiti del cuore, e circolava nel sangue fino a raggiungere la sua pelle, proprio mentre sistemava i piatti e suo marito la interrogava.
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Giorgio Alessandrini, 18 marzo 2021