Da militante del Partito Democratico, il mio pensiero sulla legge Fiano inizia con una domanda: questa legge rappresenta un segnale di forza o di debolezza del PD?
Se anche sussistesse un significativo e preoccupante aumento degli estimatori di un regime totalitario, di una dittatura che ha ridotto le libertà individuali e si è conclusa nella tragedia di un popolo, non sarebbe prima il caso di analizzare con senso critico tutti i motivi che ne sono causa?
Dal 1989 viviamo in un pieno marasma politico, e abbiamo perso qualsiasi punto di riferimento credibile che potesse far considerare questo Stato una nazione.
La politica, incrinata dalla corruzione e dal malaffare, ha piegato le ginocchia sotto i colpi prima della magistratura e poi della globalizzazione economica e finanziaria. Da trent'anni è incapace di dare risposte alle crescenti preoccupazioni delle popolazioni europee, peraltro minacciate nella loro stessa esistenza da fenomeni epocali di migrazioni di massa.
Mentre le disuguaglianze aumentano, cessa nei padri la speranza di ridurle almeno per i figli, in un futuro che si presenta oscuro e fosco dal punto di vista economico, ambientale e persino sociale, come identità di popoli e culture, come valori delle comunità nel loro stare insieme.
Sotto i colpi di maglio dei populismi, che facendosi promotori del disagio raccolgono l'odio e l'angoscia popolare scagliandola contro i bersagli di turno senza offrire modelli sociali ed economici alternativi, le istituzioni europee e nazionali si trincerano dietro i numeri e i "parametri", senza riuscire a raggiungere il cuore e la fiducia della gente.
È in bilico la democrazia, non vi siete accorti?
Quando si annaspa nel mare in tempesta, non frega nulla discutere dove andare. Si cerca il salvagente. E probabilmente un numero crescente di persone inizia a ritenere che ad una democrazia che non sa decidere e resta impantanata nel fango e nella palude sia da preferire un sistema che produca risultati, non importa come.
Sarebbe questa la risposta? La legge Fiano?
Magari sbaglio, per carità , ma ho l'impressione che nella Direzione del partito si debba fare un riesame delle priorità .
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Giorgio Alessandrini, 13 settembre 2017