Lettera aperta al Segretario del Partito Democratico
Buongiorno Segretario,
mi chiamo Giorgio Alessandrini e sono un iscritto di Piacenza, città in via di ripartenza dopo essere stata duramente provata dall’esplosione del contagio.
Le scrivo perché proprio da questi luoghi, così toccati e lambiti dal dolore e dalle perdite, si sente ancora più forte il desiderio di una nuova politica per questo Paese.
I circoli sono ancora chiusi e le attività minimali vengono svolte attraverso la rete. Ma anche se fossero aperti, sappiamo che non è dai circoli che passa la politica nazionale. Nei circoli si radunano le residue energie di chi, nonostante tutto, crede ancora che la partecipazione sia un valore e nel panorama attuale anche un dovere. Facciamo quello che possiamo. Per le campagne elettorali di qualunque tipo. Per segnalare la nostra presenza e mostrarci come punto di riferimento. Per supportare le nostre amministrazioni locali e sorvegliare quelle altrui.
Se però desiderassimo partecipare alla costruzione di una prospettiva di lungo periodo, se anelassimo a condividere idee e progetti per il futuro, se volessimo dire la nostra su quali orizzonti dovrebbe proporre il nostro partito in un mondo così complesso e martoriato, il senso di frustrazione sarebbe totale. L’impressione sarebbe quella di parlare nel deserto, nel bel mezzo di una tempesta di sabbia.
Qualsiasi contatto e scambio di parole con i nostri parlamentari, già estremamente raro in condizioni normali, si è completamente azzerato per effetto della pandemia. Temporaneamente è comprensibile. Ma non è un problema di oggi. È sempre stato così fino da quando mi sono iscritto, e Bersani era segretario. Mai visto in sede a fare una riunione coi militanti. Eppure vive qui. Per chi vi sostiene attivamente, e magari vi ha votato senza neanche scegliervi come candidati del territorio, non è un bello spettacolo. È come se ci diceste che la vera politica - quella più bella e appassionante, quella che a farla sembra di costruire un pezzo di storia - ve la fate tra di voi, e che non è roba per noi. Un atteggiamento talmente diffuso da essere persino imitato fino ai livelli elettivi più elementari, con effetti grotteschi.
Ci pensa la Storia, però, a presentare il conto. E se il PD non saprà essere all’altezza dei tempi, invece di riprendere saldamente in mano il destino di questo Paese si farà sbranare dagli avvoltoi, come sta facendo dal 2010, pezzo per pezzo, talvolta anche dalle bocche fameliche al suo interno.
Sono certo che lei ne sia consapevole e che stia agendo per rimediarvi. Sono certo che comprenda e abbia a cuore la dimostrazione del fatto che un partito che difende le opportunità di tutti, non si privi della possibilità di arricchire il suo contributo alla politica nazionale attraverso l’apporto di idee che provengano dal suo mondo, evitando l’errore macroscopico di una politica fatta da élites e da gruppi di pressione.
Da parte mia, continuerò a scrivere le mie osservazioni, riflessioni e proposte, come faccio da dieci anni. E a collaborare con e per questo partito, non perché lo apprezzi in tutte le sue forme ed espressioni, ma per un senso di rispetto per il mio libero pensiero, nella mia veste di cittadino dell’Italia, dell’Europa, del mondo.
Cordialità.
Giorgio Alessandrini
Partito Democratico
Piacenza, 8 giugno 2020