La giornata era stata limpida e intensa. Usciti dal riparo della baia, un vento teso e sferzante muoveva un mare che non era agitato, ma avrebbe reso il giro a vela impegnativo e non rilassante. Tuttavia, le condizioni non erano preoccupanti, e l’equipaggio era pronto alla sfida. Girarono il boma per prendere il vento, e la barca iniziò a scivolare veloce sull’acqua portandoli al largo.
Alle virate, il fiocco e la randa si afflosciavano e rapidamente si rigonfiavano con uno schiocco che era come uno sparo. Lo scafo fendeva le onde con decisione, e gli spruzzi di prua investivano i fianchi e l’equipaggio mentre armeggiava con le cime.
Stretta al timone, manteneva la rotta fino alla prossima virata e intanto avvertiva l’adrenalina salire, i sensi acuirsi, l’attenzione soffermarsi su ogni particolare.
Ecco la vita, pensava. È mettersi in gioco, provare, cimentarsi. Forse sbagliare, o non riuscire. Ma mai rinunciare. Perché è questo il suo sapore e il suo significato: tentare. E gli spruzzi salati sul viso, il sole, le vele gonfie che fanno correre la barca possente tra le onde, sono il suo percorso. Se sappiamo affrontarlo, troveremo un nuovo approdo. La consapevolezza di aver osato e oltrepassato un altro pezzo di sé.
La notte in rada era quieta. Sottocoperta infilò una felpa leggera, versò la tisana in una tazza ed uscì a sedersi nel pozzetto a guardare le stelle. Il silenzio era accompagnato dal lento sciabordio sullo scafo e da una leggera brezza che le spostava i capelli appena lavati sul viso e sulla bocca.
Raccolse le gambe a sé sui cuscini e alzò gli occhi alle stelle, lasciandosi cullare dal mare, dalla soddisfazione per l’intensa regata, e dal calore di un pensiero di lei. __________________________________
Giorgio Alessandrini, 9 agosto 2023