Quindi, Elly, che Italia ed Europa vogliamo? Che ce ne facciamo di una società in cui la ricchezza prodotta non viene equamente ripartita? È questa la intollerabile realtà che difendiamo, che oltretutto è anche un macroscopico errore economico (più il benessere è diffuso, più si alza la domanda di beni)?
Prosperano e si ingigantiscono le differenze tra disponibilità economiche e qualità di vita degli individui.
È accettabile un mondo in cui sono poche persone, e non gli Stati, a possedere le enormi risorse finanziare per effettuare missioni nello spazio? O che le conquiste sociali, la scuola e la sanità pubbliche, vengano lentamente depauperate e smantellate favorendo chi ha i mezzi per pagarsi privatamente i migliori servizi, e lasciando gli altri in un inferno senza ritorno? È accettabile che su un reddito imponibile di 55 mila euro il lavoratore dipendente paghi 16.300 euro di Irpef (aliquota a scaglioni 43%, percentuale reale 30%) e il lavoratore autonomo solo 8.250 euro (il 15%, senza contare la deduzione dei contributi), 8.000 euro in meno? Qualcuno vuole alzarsi a spiegare perché?
Dobbiamo considerare normale il fatto che, mentre negli anni 70 tutti si muovevano magari con la valigia sul portapacchi per una vacanza al mare, ora un povero cristo che ha lavorato tutto l’anno, per andare a fare una settimana al mare senza farsi svenare deve andare in Albania? E se anche fosse giusto riservare la bellezza delle nostre spiagge a chi è disposto a pagare tantissimo, lo dovremmo fare per ingrassare le tasche di chi paga una miseria le concessioni demaniali? Ma il demanio siamo noi, è ricchezza nostra; e i ricavi sono le nostre scuole e i nostri ospedali!
Negli ultimi trent’anni di evoluzione tecnologica, economica e finanziaria, siamo tornati ad un nuovo feudalesimo. La nobiltà è costituita da chi detiene il potere economico e finanziario. Loro vassalli sono i politici, che non governano più nulla, ma fingono indipendenza dai primi e ne ricavano una parvenza di potere. Questi distribuiscono incarichi e prebende ai loro valvassori e valvassini che, in cambio di un comodo riparo, ne garantiscono la continuità e la sopravvivenza. Tutti gli altri sono servi, completamente in balia degli eventi e degli umori dei nuovi nobili.
La destra fa la sua naturale funzione e non c’era da aspettarsi altro. Nelle sue assurde proposte politiche esiste un filo conduttore comune: l’idea che il pianeta non basti per tutti, e solo i più forti abbiamo il diritto di sfruttarlo e depredarlo come meglio possono. Gli altri si fottano.
L’anomalia è che anche i più deboli e disperati, quelli che hanno vite di pura sussistenza e chi lentamente scivola da condizioni di parziale benessere verso il baratro dell’incertezza, volge lo sguardo e il voto proprio in direzione dei loro carnefici, in assenza di una parola di speranza da parte nostra. Chi si dovrebbe occupare del riequilibrio della situazione e del miglioramento delle loro condizioni di vita, se non noi?
Si può fare politica in tanti modi. Si può “giocare di rimessa” sulle azioni degli avversari, fecendosi dettare l'agenda da loro.
Io preferisco quella giocata d’anticipo. Crea identità, produce visione, prospetta orizzonti e individua proposte per condurre il popolo. Ma per questo genere di politica non si può improvvisare, né sperare in momentanei leader più o meno piacioni. Ci vuole sostanza, cultura, letture di base, competenze tecniche. Altrimenti continueremo a sfornare parole vuote o, ancora peggio, quello che Mentana ha definito la dittatura del politicamente corretto.
Come qualifichiamo, Elly, un partito che sembra parlare solo dei diritti delle minoranze di nicchia, e sembra non saper proporre un orizzonte più sereno per milioni di persone che non hanno speranze neanche per i propri figli? Che dovremmo farcene di un partito che non ha una visione e una parola per gli enormi problemi di lavoro e sopravvivenza di intere masse italiane ed europee?
Già, le masse… La storia ci insegna che le masse sono governate con la paura, e attraverso la paura vengono tenute separate e paralizzate. Ma ci insegna anche che, quando prendono coscienza di sé, le masse sono invincibili e di fronte a loro nulla possono neanche gli eserciti. E quando questo avviene, per chi le ha oppresse sono momenti duri.
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Giorgio Alessandrini, Piacenza, 24 agosto 2023