Data l’attualità dell’argomento, rinnovo la mia proposta sull’evasione fiscale italiana, già consegnata al mio partito e pubblicata nell’ottobre scorso, anche sul mio sito.
L’evasione fiscale italiana rende ormai intollerabili cifre di recupero ridicole, pur se - coi governi precedenti a quest’ultimo - crescenti rispetto al passato.
Non sono accettabili 15 miliardi di recupero su 110 miliardi di evasione (dati 2018).
Dobbiamo considerare il reddito individuale come il reddito di impresa
Lo Stato non può controllare tutti. Ma può creare l’interesse a certificare l’acquisto. Nell’era digitale, il cittadino deve poter detrarre ciò che acquista, se paga elettronicamente.
Consentendo un piccolo sconto all’acquirente, l’IVA pagata potrebbe essere girata direttamente all’erario anziché al fornitore tagliando alla radice il problema del recupero, e l’imponibile della fattura (o dello scontrino) potrebbe essere messo in detrazione, magari con percentuali diverse a seconda delle fasce di reddito e di tipologia di acquisto. Ognuno sarebbe così stimolato a certificare le sue spese attraverso il pagamento digitale al fine di detrarle dal reddito, in modo da raggiungere un imponibile con aliquota inferiore.
Se col gioco degli sconti e detrazioni si recuperasse anche solo il 70% del totale evaso, sarebbero comunque 77 miliardi di euro utili a ridurre il debito pubblico e a un’adeguata politica di investimenti infrastrutturali.
Redistribuzione e stimolo della domanda interna
E si farebbe una gigantesca operazione di redistribuzione dei redditi e di equità fiscale, oltre che di forte sostegno alla domanda interna. Mentre la Finanza potrebbe dedicarsi all’emersione del nero.
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Giorgio Alessandrini, Aprile 2019