martedì 3 dicembre 2024

“Ceti medi di tutto il mondo, unitevi!”

Commento al Rapporto Oxfam 2023 sulla distribuzione della ricchezza

“Ceti medi di tutto il mondo, unitevi!”
Nel 1987 Margaret Thatcher affermò che «non esiste la società. Esistono gli individui, uomini e donne, e le famiglie». Una delle più grandi farneticazioni del ventesimo secolo. Che rispecchiava però la tendenza da parte del capitale, negli anni 80, al recupero delle posizioni perdute negli anni 60-70 con le concessioni all’economia sociale. 

Friedrich von Hayek, tra i padri del neoliberismo, nella sua critica della società sosteneva l’inopportunità che lo Stato operasse in modo coercitivo sui suoi attori, anche se fosse per ragioni di ‘giustizia sociale’. Negava pertanto l’esistenza di un dovere morale di sottomettersi a un potere che coordinasse gli sforzi dei membri di una società con obiettivi redistributivi. Ai suoi occhi un tale potere era da considerarsi totalitario e limitativo delle libertà individuali. L’unico ordine accettabile, per Hayek, consisteva nell’equilibrio generato dal mercato. 

Quale sia questo modello di equilibrio, se non siamo riusciti a prevederlo allora, ora – dopo quarant’anni - ce lo abbiamo sotto gli occhi. 

Se il controllo sui processi economici viene definito come “male assoluto” e negazione della libertà; se contrastiamo qualsiasi ipotesi di correzione delle distorsioni distributive dimenticando l’evidenza che in una società complessa la libertà assoluta è impossibile; se non diventiamo consapevoli che il mercato, da solo, non produce affatto il benessere per tutti ma solo per pochissimi, ed anzi aumenta il caos e la precarizzazione della vita delle masse, non facciamo altro che alimentare il risentimento degli esclusi e aprire la strada al fascismo come totale negazione di ogni libertà (Karl Polanyi, La grande trasformazione, 1944). 

Ora, dopo le crisi del 2007-2008 e quella pandemica del 2020, ci accorgiamo degli effetti perversi delle teorie neoliberiste e ci chiediamo in nome di quali libertà - e delle libertà di chi – stiamo sacrificando le nostre vite e quelle dei nostri figli. 

Mentre i processi distributivi continuano a riempire le tasche di chi ha già tutto, e riformette fiscali moltiplicano il numero di privilegiati ed esentati, le classi medie e popolari vivono sotto il macigno di un debito che potrebbe franare e impoverirle all’istante, come è successo in Grecia, lasciando inalterate le ricchezze di chi ha già provveduto a sistemare i suoi beni all’estero. 

Il paradosso dell’ideologia neoliberista è che tutta la retorica volta a scardinare e rimuovere l’intervento dello Stato nell’economia, denigrato come intrusivo e inefficiente, è in realtà basata sull’analisi di una società di cui si pretende di negare l’esistenza. Perché il vero fine non è quello di far ritrarre lo Stato in quanto tale, ma solo lo Stato sociale. Al neoliberismo sfrenato, infatti, lo Stato, il suo monopolio della forza e della coercizione serve, eccome! Prima di tutto come mercato, ma poi anche per garantire tranquillità e sicurezza, garanzia di continuità e buon perseguimento degli interessi delle élite performanti, liberandole dai “lacci e lacciuoli” posti dallo Stato a protezione dei più deboli. 

Dopo aver pervaso le società occidentali per decenni, il neoliberismo e il capitalismo finanziario globalizzato mostrano in tutta la loro ampiezza gli enormi disastri prodotti: una concentrazione delle ricchezze che prende la forma di un vero e proprio neo-feudalesimo, la precarizzazione delle vite dei ceti popolari e medi delle economie occidentali, la vanificazione delle conquiste sociali e redistributive del Novecento, la crisi climatica e dell’approvvigionamento energetico. Disastri che portano la nave del liberismo ad arenarsi nelle secche dell’immobilismo e della mancata crescita, e richiamano gli Stati e la politica a ritrovare il loro ruolo e la legittimità per rispondere ai bisogni delle moltitudini. 

Se questo interregno non è ancora sfociato in conflitto, lo farà. A meno che una politica alternativa al neoliberismo non sappia far germogliare i semi che involontariamente spargono le politiche di destra, classica o populista che sia. Semi che si chiamano ‘classe’, ‘solidarietà’, ‘giustizia sociale’, ‘equità’, ‘ambiente’, ‘socialdemocrazia’. Parole antiche che oggi riacquistano valore. Che richiedono un nuovo ordine che non si limiti alle sole correzioni economiche, ma ridisegni un nuovo patto sociale, togliendo ossigeno alla guerra strisciante di tutti contro tutti. 

“L’abdicazione della politica democratica al compito di difesa dell’interesse generale, mediante l’applicazione dei principi di uguaglianza e solidarietà, ha comportato, insieme al crollo della sfera pubblica e alla rottura della coesione sociale, anche l’aumento delle disuguaglianze in tutti gli ambiti”. 

Un nuovo patto sociale che risani le profonde fratture create dal neoliberismo, e che minano le fondamenta delle democrazie occidentali e la credibilità della politica come strumento di ricerca del bene di tutti: 

1. La separazione delle élite dal corpo sociale e dalle vite comuni di miliardi di individui. Negli ultimi quarant’anni i ricchi hanno operato una vera e propria secessione dai ceti medi e popolari, separando le loro vite e destini da quelli delle moltitudini, garantendosi un eldorado di accessi privilegiati a benessere, lusso, salute, cultura, politica ed economia, che all’uomo comune sono preclusi. 

2. La frattura tra centro e periferie, in cui queste rimangono escluse dai flussi vitali che riguardano i processi di sviluppo, la crescita culturale e cosmopolita, ripiegando in sé stesse e rifugiandosi nella difesa della propria identità per fronteggiare quelle che vengono percepite come minacce esterne senza nessun beneficio contrapponibile. 

3. L’isolamento dell’individuo dalla collettività circostante a cui appartiene, dagli altri. E, di conseguenza, la perdita del senso di un destino comune, della possibilità di fare gruppo, di incidere con peso determinante nella società a cui si appartiene. Se vivo in un mondo in cui l’ideologia dominante è la capacità di successo individuale, e l’unico metro di misura delle persone è costituito dal denaro di cui dispongono, allora la mia è una battaglia solitaria e quotidiana contro tutti nello sforzo, disperato e frustrante, di modificare la mia condizione e affrancarmi per sempre dalle insidie e pericoli della precarietà della vita. E per far questo sono disposto a tutto. Anche a rinunciare alla mia unica possibilità di successo: ricollegarmi alle vite dei tantissimi come me, e far valere la soverchiante potenza dei numeri di coloro che non ce la fanno più. 

4. La solitudine impotente dell’uomo interconnesso, in assenza di una risposta politica, alimenta la necessità di appartenenza a gruppi organizzati, favorendo il tribalismo di origine religiosa e/o razziale, sfruttato a piene mani dal populismo per lucrare consenso elettorale. 

“In questi quattro decenni il progetto di un’armonia possibile tra le libertà dei singoli e la coesione generale è stato rimpiazzato dal primato del sé, dell’interesse individuale sopra e contro l’idea stessa del bene collettivo”. 

La visione neoliberista di individui indipendenti ed isolati, chiamati a competere per il proprio utile ha disgregato la società fondata su diritti fondamentali, delegittimando welfare e pubblico come arena di ricomposizione dei conflitti collettivi. 

“L’abbandono dell’idea di società ha coinciso con il declino della sinistra, perché ha comportato la piegatura individualista e la frammentazione identitaria anche delle lotte progressiste, e la crisi di ogni visione politica capace di saldare le rivendicazioni di uguaglianza al riconoscimento delle differenze, i diritti sociali ai diritti civili, l’idea di giustizia a quella di libertà”. 

Per cambiare strada non basta contrapporre nuovi e diversi individualismi, magari basati su piccole identità tribali confuse per diritti delle minoranze. Occorre una nuova visione egemonica capace di ridare un significato a parole universali, quali collettività, uguaglianza, solidarietà. 

Occorre far valere rapporti di forza non solo economici, ma anche numerici. Per fare questo, l’individualismo e il gruppuscolismo devono essere soppiantati da un nuovo Noi di carattere universalistico. Un Noi sovrastante, in cui gli interessi singoli e particolari riconfluiscano, nel nome di una vita migliore e più serena per tutti, per rivendicare una svolta della politica e il ritorno a modelli di società in cui tutti si sentano inclusi, nel rispetto reciproco delle differenze di ognuno. 

Perché universalistico? Perché è l’unica cosa che teme chi manovra le leve dell’economia e della finanza. Il radunarsi delle forze su temi e diritti universali, che valgono per tutti, favorirebbe la creazione di un’opposizione di massa in grado di ribaltare i rapporti di forza. Invece, la frammentazione nel movimentismo identitario (diviso per razza, etnia, sessualità, religione, disabilità, ecc.) è funzionale al potere ed alle élite dominanti. Alimentandolo e incoraggiandolo attraverso il populismo di destra, esse disperdono le forze avverse in mille piccoli rivoli che inaridiscono senza mai affluire, e impediscono così la formazione di un grande fiume che possa tracimare e travolgerli.

Fintanto che ogni gruppo identitario alzerà la voce per difendere solo i propri diritti, magari a discapito di quelli degli altri, e per far questo ogni rappresentanza sociale e/o politica si specializzerà per tema o argomento, nessuno perderà il tempo a riflettere sul fatto che tutti insieme potrebbero ottenerli tutti.

________________________________________
Giorgio Alessandrini - Piacenza, 2 febbraio 2024


Riferimenti:

Rapporto Oxfam 2023, La disuguaglianza non conosce crisi

Thomas Piketty, Il capitale nel XXI secolo

Karl Polanyi, La grande trasformazione

Christophe Guilluy, La società non esiste

Giorgia Serughetti, La società esiste

Alfredo Reichlin, La mia Italia



Visualizzazioni: 1725
Inserisci un commento
Commento
Nickname
Voto
Nessuno 1 2 3 4 5
Codice di controllo
Digita il codice di controllo
Digita il codice di controllo
Pagine correlate
  • 2010: il mio appello a Bersani
    Sulla roccia non esiste spazio per barare, o trucchi per sembrare quello che non sei
    I democratici hanno la splendida opportunità di chiamare a raccolta gli italiani per ricostruire la nazione proponendo un progetto nuovo, attraverso scelte nette e non equivoche, in cui le parole lavoro, responsabilità, sicurezza, riforme ...
    Pubblicata il:29/01/2012
    Voto
    5
    Commenti
    0
  • Anastasio, il penultimo dei Mohicani..
    L'imbarazzante mail di Claudio Anastasio
    Il discorso alla Camera di Mussolini del 3 gennaio del 1925 è considerato dagli storici l'inizio della dittatura fascista.
    Pubblicata il:14/03/2023
    Commenti
    0
  • Bonaccini contro liste bloccate
    Mi fa piacere che Stefano Bonaccini si sia espresso così chiaramente a favore della eliminazione delle liste bloccate. È in ritardo di 10 anni, ma meglio tardi che mai.
    Pubblicata il:06/02/2022
    Commenti
    0
  • Considerazioni sulla sconfitta alle comunali e sulla salute del Partito Democratico
    A qualche mese dall'esito sfavorevole delle elezioni comunali, è il momento di qualche nuova riflessione a mente fredda
    Pubblicata il:04/12/2017
    Voto
    5
    Commenti
    1
  • Cosa cambierà dopo l'invasione dell'Ucraina
    Per non cadere nel baratro di nuove guerre, non mi sembra che ci siano altre alternative che correre più veloce. Più cultura, più saperi, più abilità, più tecnologia. Più futuro.
    Pubblicata il:06/03/2022
    Commenti
    0
  • Forza segretario, possiamo fare meglio!
    Letta e le nuove proposte elettorali
    Anche se ormai dispero di essere ascoltato, come militante considero questo tipo di comunicazione un errore politico ed economico.
    Pubblicata il:14/08/2022
    Commenti
    0
  • Globalizzazione e concentrazione delle ricchezze: due facce della stessa medaglia
    Il nuovo rapporto Oxfam sulle disuguaglianze nel mondo
    Otto persone posseggono da sole la stessa quantità di ricchezza della metà più povera dell’intera umanità...
    Pubblicata il:20/01/2017
    Voto
    4
    Commenti
    0
  • Il campo largo? Va arato, prima di seminare
    A ottobre si rivolta il terreno e si estirpano i residui inutili
    Siete noiosi. Inconcludenti. Piccini. Miserabili. Non dite nulla di interessante, coinvolgente, emozionante. Ripetete a macchinetta slogan logori e insapori, spesso contradditori. Cercate voti di nicchia per rubarvi lo zerovirgola
    Pubblicata il:03/10/2024
    Commenti
    0
  • Il nuovo feudalesimo
    Mail alla Segretaria del Partito Democratico
    Quindi, Elly, che Italia ed Europa vogliamo? Che ce ne facciamo di una società in cui la ricchezza prodotta non viene equamente ripartita? È questa la intollerabile realtà che difendiamo?
    Pubblicata il:24/08/2023
    Voto
    5
    Commenti
    0
  • Il Premier "eletto dal popolo"
    La riforma istituzionale proposta da Meloni
    Il disegno di legge costituzionale per l’introduzione dell’elezione diretta del Presidente del Consiglio dei ministri è un guazzabuglio da cestinare immediatamente
    Pubblicata il:10/11/2023
    Voto
    5
    Commenti
    2
  • Il rigurgito del fascismo si contrasta facendo politica
    Le proposte di legge contro l'apologia di fascismo confermano l'incapacità di comprendere.
    Da militante del Partito Democratico, il mio pensiero sulla legge Fiano inizia con una domanda: questa legge rappresenta un segnale di forza o di debolezza del PD? Sarebbe questa la risposta? La legge Fiano?
    Pubblicata il:13/09/2017
    Voto
    5
    Commenti
    11
  • Incontro con Pier Luigi Bersani - Il  video
    Bersani: 1. “penso ad un’azione dimostrativa forte e clamorosa dei lavoratori dipendenti e pensionati, che chiedano l’abolizione della ritenuta fiscale alla fonte” 2. “Le disuguaglianze si creano con la segmentazione della società. Lo scopo della d
    Pubblicata il:26/04/2024
    Commenti
    0
  • Incontro con Pierluigi Bersani
    Le disuguaglianze economiche e fiscali in Italia
    Disuguaglianze economiche e fiscali nell'era del neoliberismo e della globalizzazione
    Pubblicata il:28/03/2024
    Commenti
    0
  • Irpef, chi paga davvero le tasse
    Per ognuno che versa un euro, due non pagano niente
    Quotidianamente ormai, i giornali italiani segnalano le gravi disuguaglianze nella distribuzione della ricchezza e l’iniquità del carico fiscale.
    Pubblicata il:16/01/2024
    Commenti
    0
  • La beffa per i lavoratori dipendenti e pensionati
    La riforma fiscale del governo Draghi e invece l’equità.
    Il MEF pubblica dati sulle entrate tributarie e sulle dichiarazioni annuali per le diverse categorie di imposta. Con fogli excel e un po’ di pazienza ne ho analizzato gli andamenti degli ultimi 20 anni.
    Pubblicata il:23/12/2021
    Voto
    5
    Commenti
    1
  • La sconfitta del Partito Democratico: un commento sulle elezioni del 4 marzo.
    “Il risentimento popolare verso l’inconcludenza della classe politica, unita agli insopportabili privilegi e alla mancanza di legittimazione popolare dovuta ad una sciagurata legge elettorale che fa scegliere gli eletti al capo, acuiscono il deside
    Pubblicata il:12/03/2018
    Voto
    4
    Commenti
    0
  • La tassa di successione di Letta
    Sulla comunicazione abbiamo ampi margini di miglioramento!
    Pubblicata il:21/05/2021
    Commenti
    0
  • Le dimissioni di Zingaretti
    Stanno esplodendo tutte le contraddizioni irrisolte di questo partito. Dalla mancanza di una chiara linea politica alla autoreferenzialità di una classe dirigente che sembra vivere sulla luna. Probabilmente ci faremo molto male..
    Pubblicata il:04/03/2021
    Commenti
    0
  • Lettera aperta al segretario Zingaretti
    Lettera aperta al Segretario del Partito Democratico Buongiorno Segretario, mi chiamo Giorgio Alessandrini e sono un iscritto di Piacenza, città in via di ripartenza dopo essere stata duramente provata dall’esplosione del contagio. Le scrivo perch...
    Pubblicata il:08/06/2020
    Voto
    5
    Commenti
    0
  • Liste bloccate e autorevolezza
    Le liste elettorali bloccate tolgono ogni autorevolezza ai leader e al partito
    Perché mai dovremmo infatti ascoltare uno che si autodefinisce leader...
    Pubblicata il:03/08/2012
    Commenti
    0
  • Litigare sul nulla?
    Ancora una sconfitta alle comunali
    Avrei preferito stare zitto. Tanto questo partito non sta ad ascoltare. Ma visto che dopo l’ultima sconfitta riparte l’immancabile farsa di nascondere lotte tra persone dietro fragili e improbabili diatribe sui contenuti, dirò il mio modesto parere
    Pubblicata il:30/05/2023
    Commenti
    0
  • Manifesto per un'umanità più felice
    RIFLESSIONI E PROPOSITI IN VISTA DEL CONGRESSO NAZIONALE DEL PARTITO DEMOCRATICO
    C’è un incendio che divampa in Europa. Alimentato da un forte vento di rabbia e rancore. L’unica acqua che potrà spegnerlo sarà prendersi cura delle persone. Prendersi cura è l’unica forma per ricreare una comunità di luoghi e di prossimità...
    Pubblicata il:04/12/2018
    Voto
    5
    Commenti
    0
  • Non è maschilismo, Signora De Biase
    Alcuni sono più uguali degli altri
    Come nella Fattoria degli animali di Orwell, il sistema delle candidature al Parlamento rende alcuni cittadini più uguali degli altri.
    Pubblicata il:11/08/2022
    Voto
    5
    Commenti
    2
  • Paola Egonu
    Se il Pd è alla ricerca di simboli, Paola Egonu è uno dei più potenti.
    Pubblicata il:15/10/2022
    Commenti
    0
  • Partito Democratico: un pensiero nuovo per questo Paese
    Un popolo che perde la speranza si nutre di rabbia, credendola ragione.
    Il ceto medio, che si è espanso nella seconda metà del secolo dando linfa alla democrazia del confronto, nel mondo globalizzato si va impoverendo. Le sue opportunità, le sue speranze e le sue conquiste sociali si vanno sempre più assottigliando..
    Pubblicata il:08/10/2016
    Voto
    5
    Commenti
    0
  • PD: La farsa di un non-congresso
    Può una classe politica di centrosinistra in parlamento da più di vent'anni, molti dei quali al governo, indicarci oggi soluzioni come se non fosse essa stessa la responsabile dell'inazione e degli errori commessi? Con quale credibilità?
    Pubblicata il:02/12/2022
    Commenti
    0
  • Renzi come John?
    Il problema di tornare ad essere uno qualsiasi.
    Io Renzi un po’ lo capisco. A quarant’anni era arrivato alla presidenza del consiglio, come John Kennedy arrivò alla Casa Bianca. John era il suo modello e ora non si capacita, poverino. Gli tocca ascoltare Conte, e quell’imbecille di Di Maio, e po
    Pubblicata il:03/11/2019
    Voto
    5
    Commenti
    1
  • Suggerimenti per Enrico Letta
    Buongiorno Segretario, I circoli del PD raccolgono con entusiasmo e passione la sfida di una importante opera di rinnovamento del Partito Democratico, finalmente riconosciuta apertamente nella sua relazione
    Pubblicata il:20/03/2021
    Commenti
    0
  • Un altro militare deficiente
    La divisa nazista del tenente colonnello Fuochi
    Pubblicata il:26/07/2024
    Commenti
    0
  • Un nuovo percorso di riflessione per il Partito Democratico.
    Se possiamo trarre un insegnamento da questa sconfitta, a me sembra questo: non risulta efficace un’asettica politica delle cose concrete da fare, se esse non volgono tutte verso una strada definita e tracciata da percorrere con un popolo.
    Pubblicata il:20/04/2018
    Voto
    5
    Commenti
    0

Giorgio Alessandrini

Analista dati delle politiche per il lavoro per la Regione Emilia-Romagna. Ex funzionario amministrativo di INA-Assitalia, poi Generali. Appassionato delle vette e del mare; di emozioni; della vita. E di politica come strumento di risoluzione dei problemi reali.

© Giorgio Alessandrini 2017
powered by Infonet Srl Piacenza
Privacy Policy
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.
Maggiori informazioniOK
- A +