Nella vita, c’è chi trova un senso nella stabilità . Del luogo in cui vive, del lavoro, dell’amore, degli affetti. Il pensiero di essere circondato dalle cose che ama lo rassicura, e rappresenta le fondamenta su cui costruire il proprio futuro. Afferra sentimenti, emozioni e idee come mattoni, e costruisce i muri in cui si rinchiude convinto di mettersi al riparo. Senza, si sentirebbe smarrito e in balia degli eventi. Sceglie quindi il suo filo conduttore, a cui aggrapparsi e tendere perennemente, e ne vive serenamente la tranquilla e rassicurante coerenza, combattendo come un soldato per mantenerla, come se fosse la sua trincea. Qualsiasi modifica non desiderata dovesse apportare, sempre a quel corso cercherà di confrontarla e plasmarla, perché è lì che è abituato a stare, e non gli sembra che ci sia altro posto per lui. Sono quasi tutte persone splendide, estremamente buone e affidabili.
Altri, invece, sono viandanti. I loro cuori accendono fuochi tra i ruderi di antichi castelli e si addormentano sotto cieli stellati. Conoscono le risa e il silenzio, gli abissi e le vette. Sanno stare soli, perché sanno chi sono. Cadono e sempre si rialzano, sapendo che la vita è proprio questo e che, per non sprecarla, bisogna cadere e rialzarsi più che si può, e continuare il cammino. Niente possiedono, per viaggiare leggeri. La loro ricchezza è dentro di loro.
Ti avvolgono con una parola e ti infiammano con uno sguardo, ma ti gelano con un silenzio.
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Giorgio Alessandrini, 1 novembre 2020