Rientrato dall’ufficio, aveva trovato un insolito assembramento di giovani condómini nell’atrio. Erano radunati vicino alle cassette postali. Sembrava guardassero qualcosa, e parlavano piano, con circospezione. Anche i bambini, tenuti per mano dalle madri, non giocavano tra loro, ma guardavano in su, intimoriti e guardinghi, cercando nei volti dei grandi un sorriso rassicurante.
La situazione era così insolita e curiosa che decise di avvicinarsi per capire il perché di quello strano tramestio. Spezzò il ghiaccio con un cordiale saluto collettivo, guardando però con decisione la giovane mamma al centro della piccola folla.
E lei, preso coraggio, spiegò con tono apprensivo che era stato rinvenuto sulle cassette postali un cartoncino mai visto con uno strano adesivo raffigurato e una specie di timbro. Dall’altra parte, l’immagine notturna di un ponte, che chissà che significato potesse avere. C’erano anche alcune scritte che apparentemente sembravano un banale whatsapp, ma il fatto che non fosse stato usato un sms, bensì una specie di pizzino, rendeva del tutto evidente che si trattasse di un messaggio in codice.
Parlò con un tono accorato e talmente preoccupato che si capiva chiaramente come per lei il senso di una incombente minaccia aleggiasse sopra il condominio tutto. Gli astanti annuivano atterriti, e c’era chi la sera stessa voleva trasferirsi a casa dei nonni, in campagna.
Rimase talmente interdetto dalle osservazioni disarmanti e dalla paradossalità della situazione, che non ebbe cuore di contraddire i presenti. Anzi, pensò che se avesse detto che si chiamava cartolina ed era un modo di mandare un pensiero quando non esistevano gli smartphone, lo avrebbero preso per un idiota e commiserato come tale.
Così si divertì a dare loro ragione, e suggerì anche di avvisare la Polizia. Poi si avviò verso l’ascensore e fece il tragitto al piano, in silenzio.
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Giorgio Alessandrini, 6 novembre 2021